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Angikam. Frecce di miele
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Regia: Tratto dal repertorio tradizionale del teatro-danza classico indiano

La danza Orissi, che deve il suo nome all`odierno stato di Orissa dell`India Orientale, vanta origini antichissime.
Essa era nella tradizione una pratica cultuale riservata esclusivamente ad alcune sacerdotesse, le maharis, che la eseguivano in onore del dio Jagannath, la divinità di Orissa cui la danza era in origine riservata. Pressoché sconosciuta in Occidente, questo to tipo di danza è stata riscoperta in tempi recenti. Solo intorno alla metà del ‘900 infatti, quattro fra i più reputati guru di Orissa, sulla base dei trattati classici e della tradizione iconografica, e con l`aiuto delle più esperte maharis, fissarono per intero il ricchissimo vocabolario della tradizione.

A uno dei quattro guru fondatori, Maya Dhar Raut e alla sua prestigiosa allieva, la grande Aloka Panikar, risale direttamente la pratica di Orissi delle attrici del TTB. Il loro spettacolo è stato presentato a più riprese in Italia, Europa, Sud America e in India. A New Delhi, le attrici del Tascabile hanno suscitato l`ammirazione del pubblico indiano stesso e il Times of India ha così espresso il proprio giudizio: “Italian born to Indian dance” (1989) “La loro presentazione potrebbe essere un`ispirazione persino per le danzatrici indiane” (1992). Il rispetto e la considerazione che la pratica delle danze orientali gli ha procurato presso le culture d`origine premia il tenace lavoro con cui il TTB ha aperto una nuova categoria nella cultura della scena occidentale.

Uno spettacolo di Orissi è composto da momenti di danza pura, che non fa riferimento a nessun particolare significato o sentimento e da momenti di interpretazione più prettamente drammatica, legata ad un testo poetico, introdotti da brevi spiegazioni che mettono lo spettatore in grado di comprendere la narrazione coreografica.



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Video

 
     

Ci sono ore del giorno che sono magiche o particolarmente suggestive. Una di queste è certamente il crepuscolo. Gli indiani lo chiamano Sandhya, e lo raffigurano come una tenera cerbiatta, figlia di Brahma, che fugge per il cielo inseguita dal padre incestuoso. È l`ora dei prodigi ed è l`ora in cui si svolgono le principali cerimonie religiose. Quando la campana le dà il segno che il momento è arrivato, una sacerdotessa si incammina per un vialetto nascosto del Tempio, si inoltra fino al suo cuore e li, davanti all`immagine del dio, esegue la sua danza. È un modo di pregare delle antiche sacerdotesse indiane. Quando la preghiera è finita la danzatrice prende l`immagine del dio e lo ripone a dormire per la notte, come fosse una creatura umana.
Renzo Vescovi

 
 
 
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